Negli ultimi anni diversi studi di natura epidemiologica hanno suggerito l’esistenza di un link tra la mancanza di sonno e l’obesità, portando l’attenzione della ricerca scientifica nei confronti dei meccanismi biochimici che collegano il sonno con l’ aumento di peso.
I dati più recenti dimostrano che dormendo di meno rispetto alle proprie necessità si ha più fame, si mangia di più e si tende a ingrassare.
La regolazione dell’appetito è regolata attraverso una stretta relazione tra il sistema nervoso centrale e quello digerente, e coinvolge diverse molecole che funzionano come segnali di fame o di sazietà e regolano il nostro appetito. I due ormoni ‘antagonisti’ si chiamano Leptina e Grelina; la prima funziona come un segnale di sazietà e il suo ruolo fu scoperto diversi anni fa in seguito a studi effettuati su topi obesi, in cui la mancanza di Leptina era stata indotta sperimentalmente mediante modificazioni genetiche. I topi privi di Leptina divenivano obesi perché mai sazi.
La Grelina invece è quella molecola che dice al nostro cervello che lo stomaco è vuoto e deve essere riempito: l’ormone della fame, quello che chiunque segua una dieta non vorrebbe avere.
Uno studio effettuato su un campione di diciannove uomini e pubblicato recentemente sulla rivista Obesity, dimostra come in seguito ad un periodo in cui si ha una riduzione del sonno, non solo vi sia un aumento dei livelli di Grelina, ma anche un incremento dell’intake energetico di circa 400 Kcal al giorno.
La mancanza di sonno e il successivo aumento dei livelli di Grelina ci porteranno a mangiare di più e se questo accade per lunghi periodi, dovremmo fare i conti con la bilancia.
Insomma, sembra proprio che abbiamo un motivo in più per non sentirci in colpa se siamo (e parlo anche per me) dei dormiglioni.
Di come favorire un buon sonno con l’alimentazione ne parliamo un’ altra volta, nel frattempo
Buona notte a tutti!
Bibliografia
Josiane L. et al., Elevated ghrelin predicts food intake during experimental sleep restriction. Obesity (Silver Spring). 2016 January ; 24(1): 132–138.