Quando si parla di dieta antiaging (e ormai si parla solo di questo) si pensa subito agli antiossidanti e al loro ruolo nel combattere l’effetto dei radicali liberi, che sono responsabili del danno ossidativo di cellule e tessuti e coinvolti nel processo di invecchiamento cellulare, che noi tutti vorremmo disperatamente rallentare. La classica dieta anti aging, quella che leggiamo in tutte le riviste e’ quella  ricca di ortaggi freschi, frutta secca e oli vegetali, ricchi di vitamine, minerali e molecole ad azione antiossidante, appunto.

Avete mai sentito parlare di AGE (Advanced Glycation End Products)?

Sono una vasta ed eterogenea classe di molecole che si formano attraverso una reazione (la famosa reazione di Maillard) tra uno zucchero e altre molecole come aminoacidi o lipidi, sia durante il processamento e la cottura dei cibi (AGE esogeni), sia all’interno di un organismo vivente (AGE endogeni).

Gli AGE esercitano un effetto deleterio all’interno di organi e tessuti, attraverso una azione pro-ossidante e pro-infiammatoria e il loro aumento e’ fortemente legato all’eta’ e alla riduzione delle difese antiossidanti endogene; per questo motivo una dieta ricca di antiossidanti viene definita anche antiaging.

La vera dieta antiaging pero’ dovrebbe anche considerare il controllo della formazione degli AGE attraverso il processamento e la cottura dei cibi e la loro introduzione con la dieta.

La preparazione dei cibi e la cottura esercitano una azione rilevante sulla formazione degli AGE; per questo motivo e’ importante limitare i cibi cotti molto a lungo o esposti ad alte temperature, gli alimenti tostati e bruciati o i cibi processati per essere conservati a lungo. Tra i cibi ricchi di AGE, purtroppo ci sono anche i latti artificiali per i neonati, che vengono sottoposti a diversi processi di riscaldamento ad alte temperature, per essere resi sicuri da un punto di vista igienico-sanitario (per fortuna i neonati non hanno ancora il problema di invecchiare, ma questo a mio parere e’ uno dei motivi per cui il latte materno e’ da preferire).

Tra i cibi da limitare ci sono quelli particolarmente grassi, i formaggi o gli insaccati sottoposti a stagionatura e i prodotti da forno.

E gli zuccheri? E’ da loro che parte la reazione, motivo per cui il controllo dell’impatto glicemico del pasto diventa fondamentale. Il glucosio e’uno zucchero altamente reattivo, che reagisce facilmente con gli aminoacidi, dando il via a quelle reazioni che oltre a degradare le proteine determinano la formazione dei prodotti finali della glicazione. Una dieta ricca di zuccheri semplici e raffinati deve essere assolutamente evitata, mentre sono da preferire i carboidrati integrali (a basso impatto glicemico) e i pasti bilanciati in carboidrati proteine e grassi, per rallentare l’assorbimento degli zuccheri e l’ iperglicemia.

Gli alimenti da preferire? Sicuramente quelli ricchi di antiossidanti, ma anche legumi in sostituzione dei derivati della carne (che devono essere limitati), la frutta secca e i semi oleosi rigorosamente non tostati, e gli oli vegetali da aggiungere a crudo.

Anche bere una adeguata quantita’di acqua e’importante poiche’favorisce l’escrezione urinaria degli AGE.

Per finire, e qui rischio di essere ripetitiva, sembra che un buon livello di attivita’ fisica limiti la formazione degli AGE: i dati scientifici sono ancora incerti, ma gli effetti positivi di una moderata attivita’ fisica sono talmente tanti che ogni occasione e’ buona per consigliarla!

Francesca Deriu

Francesca Deriu

Specializzata in Scienza dell’Alimentazione